Cosa vedere
I primi ad abitare il promontorio di Posillipo furono i greci che a questo paradiso, all'epoca dominato dalla natura incontaminata, diedero nome di Pausilypon: pausa dal dolore, cessazione delle pene.
L'incanto di questi luoghi suggerì agli antichi questa denominazione e la meraviglia dei panorami e delle bellezze marine ancora oggi sopravvive.
Dalla cima del promontorio fino al mare ritroviamo resti di antiche ville, anfiteatri, rovine che testimoniano come la magia di questi luoghi sia stata da sempre apprezzata dall'uomo.
Tra i piccoli borghi che il quartiere comprende troviamo Marechiaro, uno dei simboli della dolce vita in Italia negli anni '60 e famoso per le frequentazioni hollywoodiane proprio in quegli anni.
Sono tante a Posillipo le strade che dal promontorio portano verso il mare e la zona è molto amata dai napoletani anche per la balneazione possibile in alcune spiagge e calette di indiscutibile bellezza.
Sulle sue coste troviamo l'area marina protetta della Gaiola, area e parco archeologico che mostra, sommersi, antichi ninfei, peschiere e porti. In grande parte si tratta di resti afferenti la villa imperiale di Pausilypon, alla quale si può accedere attraverso la grotta di Seiano (imponente e lungo passaggio nella collina) e che offre uno dei panorami più suggestivi della zona, immersi nel silenzio e nel volo delle tante varietà di uccelli presenti.
È a Posillipo che il presidente della repubblica italiana ha la sua residenza, la celebre villa Rosebery, ed è in questo quartiere che troviamo uno dei parchi pubblici più amati dalla cittadinanza: lo splendido Parco Virgiliano, un parco panoramico che in un solo colpo d'occhio propone una veduta sul golfo, Capri, Ischia, Procida, Nisida, il golfo di Pozzuoli e tutta l'area flegrea.
Marechiaro è un piccolo borgo del promontorio di Posillipo posto sulle rive del mediterraneo che suscita sempre meraviglia anche negli stessi napoletani per la sua imbarazzante bellezza che è stata raccontata da poeti e compositori in più di duecento classici della canzone napoletana; ne è un eccellente esempio la celebre Marechiaro di Salvatore di Giacomo messa in musica da Francesco Paolo Tosti alla fine dell' '800. Anche e soprattutto a questa canzone si deve la fama e la fortuna di Marechiaro. La leggenda tramanda la storia della piccola finestra, la fenestella, sul davanzale della quale giaceva un garofano che fu la fonte di ispirazione per la canzone del poeta.
Marechiaro è stato nel recente passato, negli anni '60, uno dei luoghi simbolo della dolce vita italiana e luogo privilegiato per il divertimento delle star hollywoodiane di quegli anni.
Il suo nome deriva dal latino mare planum in riferimento alla placida quiete delle acque su cui delizioso sorge l'abitato.
Ad oggi è uno dei luoghi preferiti dai napoletani per la balneazione, si tratta di un posto ancora incantevole per fare il bagno o trascorrere qualche ora al sole, oltre che per gustare, nei ristoranti sul mare (Da Cicciotto, 'A Fenestella, Al Faro) specialità di pesce portato fresco dai pescatori del borgo. Una delle aree di balneazione sorge a ridosso dell'area archeologica anche conosciuta come Palazzo degli Spiriti, un luogo di acque limpide e di misteri e antiche leggende. La costruzione risalente al I secolo a.c era parte del più ampio progetto della villa imperiale di Pausilypon, lussuoso palazzo di Publio Vedio Pollione, ed è legata alla figura del poeta Virgilio che tanto amò questi luoghi. Secondo le storie, che ancora oggi gli anziani pescatori raccontano con reverenza, durante la notte, col mare popolato dalle lampare dei piccoli gozzi per la pesca, dalle arcate del palazzo una luminosa figura compare e suonando la cetra declama versi poetici.
Nel parco marino sommerso della Gaiola si staglia questo piccolo isolotto, isola minore della costa napoletana nel suggestivo panorama costiero del quartiere di Posillipo. Località balneare molto amata dai giovani della città, quest'area meravigliosa deve il suo nome agli antichi vascelli romani, le Galie, imbarcazioni dal bordo molto basso che l'isoletta piatta ricorda molto da vicino.
Secondo alcuni studi la Gaiola era in origine un promontorio attaccato alla costa e solo successivamente e per volere di Lucullo fu artificialmente separato. Su questa isola, abitata nel diciannovesimo secolo da un eremita che viveva dell'elemosina dei pescatori, si staglia una grande villa costruita alla fine del 1800 ed appartenuta a diversi e celebri proprietari che la sorte non ha assistito. Tutti i suoi proprietari sono infatti andati in contro a morte prematura, disastri finanziari, e sciagure di ogni tipo, di qui la nomea che tutt'oggi la villa mantiene di luogo maledetto.
Quest'area è oggi un'area marina protetta e qui si trova un parco sommerso con una stazione di ricerca proprio per l'interessante conformazione della zona in cui aspetti di vulcanologia e biologia si intersecano con la sua importanza storica e archeologica. Tra le falesie di tufo giallo napoletano e i colori tipici della macchia mediterranea la Gaiola continua a offrire scorci di bellezza rara ed è stato questo il posto in cui sorgeva parte della villa di Publio Vedio Pollione in epoca romana, sontuosa residenza imperiale che occupava gran parte della costa di Pausilypon (dal latino, luogo di pausa dal dolore).
Molte sono oggi le specie che popolano questo mare, tra le rovine romane sommerse si aggirano polpi, saraghi e numerose altre varietà di esseri marini che abitano questo piccolo paradiso sottomarino.
Il Parco Virgiliano è un parco pubblico che sorge sulla collina di Posillipo ed è oggi uno dei luoghi preferiti dai napoletani nel loro tempo libero.
L'abbondanza di aree verdi e i panorami mozzafiato ne hanno fatto negli anni il luogo perfetto per trascorrere piacevoli ore di relax e poter godere di un po' di fresco anche d'estate.
Da non confondere col Parco della tomba di Virgilio a Piedigrotta, il parco che ospita i resti di Giacomo Leopardi, il parco Virgiliano di Posillipo è stato aperto in epoca fascista e intitolato alla bellezza e alla vittoria.
Il parco è molto esteso, al suo interno vi troviamo un campo da calcio e una pista d'atletica ed è ovviamente un parco esclusivamente pedonale anche se in passato l'accesso non era interdetto alle auto. Con i suoi 92000 metri quadrati posti a 150 metri dal livello del mare il parco è uno dei punti più panoramici della città. Da qui è possibile vedere in un sol colpo d'occhio le principali isole del golfo, insieme a Nisida, Pozzuoli, l'area urbana flegrea, il monte di Procida, ovviamente il Vesuvio e la città di Napoli, la penisola sorrentina e i comuni del litorale vesuviano.
Chiaia o Chiaja, deriva il suo nome dallo spagnolo playa, spiaggia, e si tratta infatti di un quartiere originariamente nato come piccolo borgo sulla parte costiera della città.
Antico ed elegante quartiere, già dalla fine del '600, durante il regno di Carlo II, questa parte di città posta tra il mare e la collina del Vomero fu abbellita e ornata con giardini e fontane. La strada più antica del quartiere, Riviera di Chiaia, in principio si apriva sulla spiaggia del litorale napoletano e ad oggi costeggia la villa comunale da un lato e molti palazzi nobiliari dall'altro come la celebre villa Pignatelli, meraviglioso esempio di architettura neoclassica e sede del museo delle carrozze oltre che, in alcuni periodi, di suggestivi concerti ed eventi.
La parte interna del quartiere è sicuramente tra le zone più eleganti di Napoli ed un centro culturale e commerciale di grande importanza.
Grandi e lussuose strade con nobili palazzi d'eccezionale eleganza, vicoli intrecciati dove bar e night club sono divenuti il cuore della movida cittadina, negozi d'alta moda e storiche e pregiate sartorie napoletane cedono il passo ad angoli più popolari e caratteristici o a reticoli di piccole strade che portano verso la costa e il lungomare.
È il quartiere dove meglio forse si può vedere il legame e la stretta convivenza secolare tra plebe e la nobiltà caratteristica storica del tessuto sociale della città. La Villa Comunale, ex villa reale, storico parco pubblico adiacente al mare fu descritta da Dumas come la più bella e aristocratica passeggiata del mondo, paragonata al giardino delle Tuileries con il mediterraneo a far le veci della Senna.
La bella passeggiata ospita al suo interno la stazione zoologica di Napoli in cui troviamo l'acquario più antico di Italia, il secondo più antico d'Europa.
All'interno della villa la passeggiata si snoda tra riproduzioni neoclassiche di statue di epoca romana e fontane e sculture d'età tardo rinascimentale. Le statue qui poste furono inserite nel real passeggio di Chiaia in sostituzione delle opere farnesiane custodite oggi nel Museo Archeologico di Napoli.
Tra le strade più eleganti del quartiere collinare del Vomero e della città di Napoli c'è via Raffaele Morghen che è la via che conduce alla parte più alta e panoramica di questo quartiere.
La collina del Vomero in epoca romana popolata da sparuti villaggi rurali divenne nel corso dei secoli collina per le residenze nobiliari ed oggi a testimonianza di ciò vi troviamo alcuni dei più lussuosi palazzi della città. La via intitolata a Morghen (incisore napoletano del '700) è sicuramente una piacevole passeggiata che conduce al suggestivo belvedere di San Martino dove troviamo l'incantevole certosa e il poderoso castel Sant'Elmo.
La certosa (che oggi custodisce alcuni capolavori d'arte napoletana oltre ai suoi meravigliosi giardini) ed il castello sono i punti forse più panoramici per osservare dall'alto la città di Napoli. Proprio da qui, dalla parte più alta della città, è possibile intraprendere suggestive passeggiate che dalla collina giungono fino al centro storico. In particolare le rampe della Pedamentina costituiscono il cammino che dolcemente porta a Montesanto e dall'altra parte le rampe del Petraio scendono dalla collina verso i quartieri spagnoli e poi fino a piazza plebiscito. Proprio qui su via Morghen troviamo la stazione, il capolinea, della funicolare di Montesanto, mezzo di trasporto prediletto dagli abitanti di quest'area collinare per raggiungere il centro storico.
La Floridiana è uno dei parchi pubblici storicamente più frequentati della città e sorge intorno all'omonima villa: Villa Floridiana.
Si tratta di un'antica residenza reale borbonica che oggi è divenuta museo nazionale della ceramica, il museo Duca Di Martina.
La villa fu acquistata da Ferdinando di Borbone nel 1815 per la moglie, duchessa di Floridia, e in suo onore appunto fu chiamata Floridiana.
Sorge nel centro del quartiere Vomero nella zona collinare di Napoli e gode di un belvedere molto suggestivo da cui è possibile ammirare tutta la città fino al mare.
Un'elegante passeggiata si snoda nel verde lussureggiante di lecci, pini, platani, palme, fino ad arrivare alla deliziosa villa che ospita il museo. Sentieri tortuosi e deliziosi boschetti di camelie, giardino inglese e giardino all'italiana fanno del parco una delle aree verdi più belle della città e a contribuire alla romantica e pittoresca atmosfera vi troviamo anche finte rovine, statue e antiche gabbie che servirono in passato per soddisfare la passione della regina per gli animali esotici.
Il museo delle ceramiche ospita più di settemila opere di manifattura sia orientale che occidentale, porcellane europee, maioliche, coralli , vasi cinesi, tutte opere facenti parte della collezione del Duca Di Martina, Placido di Sangro, donate alla città di Napoli dopo la sua morte dall'omonimo nipote del duca.
Nel punto più panoramico della collina del Vomero, questo largo si offre come punto perfetto per ammirare la città dall'alto.
Proprio qui si trova la Certosa di San Martino, uno dei complessi monumentali religiosi più grandi e importanti della città, con un incantevole panorama e alcune delle opere d'arte napoletane di maggior rilievo che sono qui custodite. Gli architetti che iniziarono l'opera furono i medesimi che iniziarono a lavorare proprio in quel periodo (inizio del 1300) alla costruzione dell'altro grande edificio che in questo largo sorge: il castel Sant'Elmo.
Castel Sant'Elmo è un possente castello medievale che domina la città dall'alto. Situato sulla collina del Vomero è il castello più grande di Napoli e vista la sua posizione privilegiata come luogo d'osservazione sia della città che del mare è stato sempre considerato un punto strategico e un possedimento molto ambito.
Fu il carcere in cui venne custodito Tommaso Campanella e rifugio dei regnanti durante la rivoluzione di Masaniello.
Nel 1799 durante la Rivoluzione Napoletana fu occupato dal popolo e poi preso dai repubblicani i quali da qui presero a bombardare la città in soccorso dei francesi contro la rivolta anti-giacobina dei lazzari della città.
Il castello ha subito numerose ricostruzioni e oggi si può dire rappresenti un eccezionale esempio di fortificazione militare cinquecentesca e nonostante l'insolita mancanza di torri si è sempre rivelato efficientissimo e funzionale.
Le rampe che portano all'ingresso del castello passano per un ponticello e per la grotta dell'eremita un posto che secondo la leggenda fu abitato da un anacoreta. Adibita oggi a museo è molto suggestiva la visita di questa fortezza anche e soprattuto per il panorama che offre e che spazia da un lato all'altro della città.
Le parole di Striano conducono ad un pezzo di storia cruenta della città, la rivoluzione del 1799, e mostrano la via del Petraio per quello che ancora oggi rappresenta. Un ameno passaggio che conduce da Chiaia fino alla cima della collina del Vomero, alle mura del castel sant'Elmo e alla Certosa di San Martino.
L'area è servita dalla funicolare di Chiaia e dalla funicolare centrale ma si offre come un'eccezionale passeggiata in un borgo antico e, per alcuni tratti, offre davanti a sé panorami meravigliosi sul golfo di Napoli. Le antiche e caratteristiche costruzioni convivono oggi con alcune delle ville e dei palazzi residenziali più belli e panoramici della città.
Nonostante il nome possa far pensare ad un origine legata ad una cava di pietre, il luogo deve in realtà la sua denominazione alle frequenti alluvioni che in passato depositavano qui i ciottoli. Uno storico ed importante alveo alluvionale che collega il Vomero con Chiaia e che nei suoi scorci conserva le antiche tracce di pastori e lavandaie che lo hanno percorso, mescolando panorami meravigliosi a splendidi esempi architettonici del liberty napoletano.
Il ripido pendio tra ciottoli e scale, questo luogo senza tempo, è stato anche set cinematografico per Lina Wertmuller con il suo Pasqualino Settebellezze, interpretato da Giancarlo Giannini e candidato a 4 premi oscar nel 1977.
Il Corso Vittorio Emanuele, all'epoca della sua costruzione intitolato alla regina Maria Teresa, è una delle arterie di maggiore importanza nella viabilità napoletana.
La strada, il cui progetto fu affidato a quattro eccellenti architetti ed urbanisti, nasce ed è progettata per collegare il centro storico con Piedigrotta e soprattutto mette in comunicazione la città con la sua parte collinare: il Vomero.
Si estende per ben 4.5 chilometri e per ampi tratti si apre su panorami meravigliosi davanti al golfo. Le piccole strade che si arrampicano dal centro, da via Toledo, fin quassù, sono le arterie principali dei Quartieri Spagnoli di cui il Corso Vittorio Emanuele costituisce limite e confine superiore. La strada è servita da tutte e tre le funicolari cittadine, dalla ferrovia cumana e dal servizio di autobus che collega il Vomero con la parte bassa della città e il centro storico con Piedigrotta e la stazione di Mergellina.
È un asse viario di grande importanza per il traffico cittadino e un punto strategico per le fermate dei più importanti mezzi di trasporto pubblico.
Sulla strada sorge, in un antica cittadella monastica, l'università Suor Orsola Benincasa, istituto universitario per gli studi umanistici e di comunicazione. Tra chiese, giardini pensili, meravigliosi chiostri sorgono oggi le aule dell'università, in quegli edifici religiosi che la mistica napoletana Orsola volle costruire su questo pendio sul colle Sant'Elmo.
Via Foria è una storica strada napoletana che congiunge piazza Carlo III con piazza Cavour e deve il nome al principe di Forino che costruì qui l'omonimo palazzo del primo nucleo di abitazioni della zona in cui si staglia questa grande ed importante arteria viaria una volta chiamata strada di S.Carlo all'arena.
In origine questa strada era un grande lavinaio, un collettore delle acque torrentizie (la cosiddetta lava per l'appunto) che raccoglieva l'acqua piovana proveniente dalle colline sovrastanti. In particolare è nota tra i detti antichi napoletani la temibile lava dei vergini, che qui si raccoglieva e che metteva paura al popolo per via delle tante vittime che sotto quel torrente cadevano inermi.
Con la messa in sicurezza della strada ebbe inizio il boom edilizio e lo sviluppo delle aree circostanti. Su questa strada che corre tra due piazze troviamo il Real albergo dei poveri (proprio in piazza Carlo III) costruito dall'architetto Fuga, (e per questo anche detto palazzo Fuga) un enorme costruzione del settecento (il maggiore palazzo monumentale della città e tra i più grandi dell'europa del '700) destinata ad accogliere la massa dei poveri della città borbonica. Fu tra le prime costruzioni che, entrando in città, Stendhal vide davanti a sé nella sua imponenza: “Albergo dei poveri, primo edificio. È molto più impressionante di quella bomboniera, tanto vantata, che a Roma si chiama porta del popolo”.
In questa stessa strada sorge il Real Orto botanico, struttura adiacente al palazzo Fuga, voluta da Giuseppe Bonaparte agli inizi dell' '800 che è il giardino più bello della città, oggi sede dell'università Federico II.
Capodimonte, zona collinare e sede dell'omonima Reggia settecentesca con il bosco annesso che è oggi parco pubblico, è un'area della città di Napoli sovrastante il rione sanità e adiacente la via che congiunge questa zona con il Museo Nazionale e il centro storico. Il bosco che circonda la reggia è oggi un parco molto apprezzato nel tempo libero dei napoletani e si estende per centoventiquattro ettari inglobando anche i giardini della reggia.
Le famose porcellane di capodimonte sono rinomate nel mondo e fu qui infatti che in epoca borbonica, durante il regno di Ferdinando, fu costruita la Real Fabbrica Ferdinandea.
La meravigliosa reggia è oggi museo nazionale e ospita mostre d'arte antica e contemporanea. Le collezioni ospitate, quella Farnese e quella Napoletana, sono ricche di capolavori unici. Qui si trovano meraviglie mondiali dell'arte pittorica da Caravaggio a Tiziano, da Raffaello a Luca Giordano passando per Simone Martini, Ribera ed Andy Warhol.
Un'antica leggenda vuole che la reggia ospiti ancora oggi il fantasma di Maria Carolina d'Asburgo moglie del re Ferdinando e sorella della regina di Francia Maria Antonietta.
Fuori dalla reggia e dal grande bosco completano la ricchezza della zona le molte ville nobiliari e sempre in quest'area troviamo l'osservatorio astronomico voluto da Gioacchino Murat dopo la nomina da parte di Napoleone a re di Napoli. L'osservatorio che è stato successivamente incensato da re Ferdinando di Borbone al suo ritorno in città, ancora oggi costituisce un polo culturale e un'attrattiva turistica importante.
Santa Lucia è l'antico borgo che sorge intorno alla basilica di "Santa Lucia a Mare" che da il nome al rione. La chiesa, così chiamata perché costruita sulla riva della spiaggia, è una costruzione molto antica e secondo una leggenda fu fatta costruire da una nipote dell'imperatore Costantino.
Il borgo oggi si estende tra il mare e il monte Echia, tra il Borgo Marinari e le strade del “Pallonetto di Santa Lucia” che conducono al promontorio su cui fu fondata Parthenope dai Cumani.
Il borgo marinari è circoscritto all'area intorno al Castel dell'ovo, sull'isolotto di Megaride dove un tempo sorgeva la villa di Licinio Lucullo prima, un monastero poi, e infine il castello fortificato che conosciamo oggi. Il castello deve il suo nome ad una leggenda legata a Virgilio. Considerato anche un mago nel medioevo, il poeta avrebbe posto un uovo nelle segrete della fortezza e proprio l'uovo reggerebbe l'intero castello. La sua rottura porterebbe al crollo del forte e tremende sciagure per la città intera.
La zona è stata da sempre tenuta in grande considerazione da regnanti, poeti, musicisti, che da sempre ne hanno subito il fascino. In alcune grotte dell'area si dice siano ambientati dei passi del Satyricon e i viceré spagnoli abbellirono il quartiere durante il loro regno su Napoli fino a che successivamente, in epoca borbonica, la vicinanza col palazzo reale rese i “Luciani” intimi del re e le botteghe della zona cominciarono a lavorare per i reali napoletani. Il borgo divenne meta molto conosciuta per il turismo d'elite ed inserito come tappa nel Grand Tour e fu inoltre sede di un casino che vantava all'epoca illustri frequentazioni come quella di Giacomo Casanova. Più avanti negli anni il borgo di Santa Lucia è stato il luogo di ricreazione, svago, e la casa per molti altri personaggi famosi. Lucky Luciano che amava rilassarsi al cafè California, i fratelli Lumiere che qui girarono alcune riprese inserite nel loro filmato sulla città di Napoli, fino a Vittorio de Sica che qui ambientò parte di “Ieri Oggi e Domani”. La celebre canzone “Santa Lucia”, che è oggi inno ufficioso svedese, proprio di questo luogo racconta, e l'altra, la meravigliosa “Santa Lucia luntana” di E.A.Mario, racconta, utilizzando la poetica immagine del borgo, la tristezza dei migranti che ad inizio del '900 lasciavano la città per cercare fortuna oltreoceano.
Questo borgo mai è passato inosservato e resta ancora oggi una delle perle che Napoli sa offrire.
Fin dal sedicesimo secolo via Toledo è stata una strada centrale per la vita culturale e commerciale della città di Napoli. Questa lunga arteria che collega piazza Dante con piazza Trieste e Trento ha accresciuto la sua fama nei secoli grazie alle numerose citazioni nelle canzoni napoletane e grazie ai resoconti dei viaggi del Grand Tour (ottocentesco viaggio di formazione per i giovani aristocratici europei) di cui Napoli era una delle tappe.
Lungo questa via, tra le preferite oggi per lo shopping dei napoletani, troviamo numerosi antichi palazzi monumentali (palazzo Cavalcanti, palazzo del Banco di Napoli) e tante chiese e basiliche (chiesa di san Nicola, Basilica dello Spirito santo) ed è qui che si ha accesso alla galleria Umberto I, una galleria commerciale di grande bellezza costruita sul finire dell' '800.
Piazza Trieste e Trento con la sua bellissima fontana, i suoi importanti caffè (Caffè del professore, Caffè Gambrinus) e lo storico Real Teatro San Carlo, uno dei più prestigiosi al mondo, è la piazza su cui via Toledo finisce da un lato mentre dall'altro troviamo piazza Dante, accesso verso i decumani e il centro storico della città.
In piazza Dante, proprio in cima al palazzo del convitto, si trova un orologio unico in europa. Quest'orologio è in grado di cogliere con esattezza lo zenith, il punto più alto del sole, il nostro mezzogiorno convenzionale. Si tratta dell'orologio che segna l'equazione del tempo, unico in europa a mostrarci l'ora più che esatta.
Via Toledo è oggi per un lungo tratto area pedonale ed è servita dalla stazione metro di Toledo (la più bella d'europa secondo il The Daily Telegraph) e da qui è inoltre possibile accedere ai quartieri spagnoli, uno dei dedali di strade e vicoli più folcloristici della città.
Mergellina è quella zona di Napoli che troviamo nel quartiere Chiaia e che è posta tra largo Sermoneta e la Torretta.
Il nome di quest'area deriva probabilmente dal nome di un uccello acquatico, il mergoglino, oppure, secondo altre fonti, deriverebbe dal latino mare ialinum, mare chiaro, per la trasparenza delle sue acque. Si tratta difatti di un'area posta ai piedi della collina di Posillipo e dunque posta in riva al mare.
Un luogo che ha storicamente suggestionato poeti, pittori, musicisti e artisti di ogni genere per la sua grande bellezza, per il suo panorama e per la prospettiva sulla città che da qui si può godere.
Questo antico borgo di pescatori ha subito diverse modifiche nel corso dei secoli dovute a tutti gli interventi di urbanizzazione voluti dai regnanti che si sono succeduti nella storia della città ma preserva ancora oggi il suo fascino poetico e romantico.
Oggi il porto di Mergellina è un porto turistico e da qui partono quotidianamente gli aliscafi per raggiungere Capri, Ischia e Procida.
Attraverso le 13 rampe (o discese) di Sant'Antonio è possibile raggiungere Posillipo in quell'area panoramica dove sorge la chiesa che da il nome alle stesse rampe.
Proprio in riva al mare troviamo la maestosa fontana del Sebeto, in largo Sermoneta, scultura marmorea dei Fanzago risalente all'epoca spagnola.
In questo stesso quartiere è sepolto il poeta Jacopo Sannazaro e precisamente nella chiesa da lui stesso fondata, la chiesa di Santa Maria del parto.
Oggi la zona che corre lungo il mare offre ai napoletani ed ai turisti molti ristoranti e chalet (Ciro a Mergellina) in cui poter gustare piatti tipici, dolci locali, e fare una pausa con un gustosissimo caffè davanti al mare.
Coroglio è un'area della città che sorge a ridosso di capo Posillipo.
La via panoramica detta Discesa di Coroglio è la strada che congiunge Bagnoli con la collina di Posillipo.
Questa strada è detta anche strada dei tedeschi per i numerosi studiosi che dalla Germania giungevano qui nell '800 con lo scopo di studiare ed esplorare la grotta di Seiano. La grotta che ha il suo accesso su questa via è un passaggio nella montagna che porta ai resti della villa imperiale di Pausilypon. Questo traforo attraversa la baia di Trentaremi e arriva al vallone della Gaiola fino a giungere al sito archeologico della villa imperiale, uno dei luoghi più affascinanti della meravigliosa costa di Posillipo.
Dall'altra parte della strada sorge il quartiere di Bagnoli, un antico polo termale (da cui il nome latino Balneolis) poi trasformato in imponente area industriale (polo industriale Italsider) oggi dismessa e pronta per la bonifica che mira a rivalutarne il potenziale turistico.
In questa stessa zona sorgono oggi la Città della Scienza (museo scientifico) e poco distante l'ippodromo di Agnano (il più grande d'Italia).
Lo stadio San Paolo sorge nel quartiere di Fuorigrotta dove è stato costruito durante gli anni '50.
Si tratta di uno degli impianti sportivi più grandi d'Italia come capienza, secondo solo al Giuseppe Meazza di Milano e allo stadio Olimpico di Roma.
È lo stadio in cui si disputano le partite casalinghe della squadra di calcio della città: l' S.S.C. Napoli. Le partite sono molto seguite in città e lo stadio è quasi sempre gremito in occasione degli eventi sportivi. La grande passione calcistica del popolo napoletano fa si che in occasione delle partite non solo allo stadio ma in molti pub e locali della città i napoletani si riuniscano per guardare la partita, mangiare e bere insieme, fare il tifo per la squadra.
Lo stadio fu inaugurato nel 1959 e la prima partita qui disputata fu Napoli – Juventus (2-1), due squadre la cui rivalità è tutt'oggi molto viva e sentita in città.
In origine l'impianto era denominato Stadio del Sole ma assunse l'attuale nome in onore di Paolo di Tarso, il santo che proprio nell'area di Fuorigrotta avrebbe attraccato all'atto di raggiungere l' Italia. Nel corso degli anni si sono avute alcune ristrutturazioni che hanno dato allo stadio l'aspetto che oggi si può vedere.
Infine è in questo stadio che l'S.S.C. Napoli ha conquistato i suoi due titoli nazionali che restano memorabili nel cuore dei napoletani per il significato extra-calcistico che assunsero negli anni '80, anni in cui il meridione viveva nel pieno del disagio economico e sociale pagando tributo al più ricco nord. In quegli anni la squadra fu capitanata dal grande Diego Armando Maradona, per molti il più grande calciatore di tutti i tempi, indissolubilmente legato alla città di Napoli e ai napoletani che ancora oggi ne tengono vivo il mito.
Piedigrotta fa parte del quartiere di Chiaia ed è compresa tra la stazione di Mergellina, piazza Sannazaro, e la riviera di Chiaia.
L'area, come annuncia il suo nome, è posta ai piedi di una grotta scavata nella collina di Posillipo di cui abbiamo tracce già in epoca romana. Qui, nel parco Vergiliano di Piedigrotta, si trovano le tombe di Virgilio e di Giacomo Leopardi che a Napoli trascorse i suoi ultimi anni di vita.
Le tombe dei due poeti si trovano in un’area molto suggestiva sulle pendici della collina che separa Mergellina da Fuorigrotta, accanto ad antiche cave di tufo ed alla grotta, poi abbandonata, che una volta consentiva il collegamento con la zona puteolana. La tomba di Virgilio è un monumento funerario Romano di età Augustea, caratterizzata da un basamento cubico rivestito da lastre calcaree a cui si sovrappone un corpo cilindrico; l’ambiente interno, con volta a botte, è scandito da 10 nicchie. Nel 1930 il monumento fu valorizzato con la sistemazione del materiale epigrafico ad esso relativo. Il sepolcro di Leopardi, invece, è un imponente monumento di tono classicista, inserito nella seconda rampa d’accesso nel 1934, quando vi furono trasferite le spoglie del poeta, morto a Napoli nel 1837.
Leggenda vuole che la grotta sia stata costruita da Virgilio con misteriose arti magiche in una sola notte.
Secondo Petronio, la grotta, la Crypta Neapolitana, era consacrata al dio Priapo e fu sede di riti orgiastici e celebrazioni misteriche. Altre testimonianze d'età greca parlano di un epoca in cui la cavità sarebbe stata sede di rituali in onore di Afrodite celebrati da vergini e spose infeconde. A conferma dell'uso rituale della Crypta vi è l'orientamento astronomico grazie al quale durante gli equinozi la buia galleria viene inondata di luce naturale. Tra riti propiziatori e misteriose figure ritenute magiche, quale era ritenuta quella di Virgilio, il luogo ha conservato la sua aura di misticismo ed è rimasto nei secoli oggetto di credenze e di preghiera fino alla costruzione dell'odierna chiesa di Santa Maria di Piedigrotta proprio davanti all'ingresso della Cripta.
La santa è protettrice delle partorienti e legata nell'iconografia alla simbologia della scarpa e del piede, forse a ricordarci il luogo come posto di confine e di passaggio: posto privilegiato di comunicazione con l'aldilà. La Madonna di Piedigrotta e le credenze che intorno a questa figura gravitano hanno costituito la base della grande festa di Piedigrotta e secondo alcuni, visto il legame con l'iconografia della scarpa, anche della celebre “Gatta Cenerentola” di Basile che fu poi l'ispirazione per la successiva e più celebre Cenerentola di Perrault.
La Crypta Neapolitana è un luogo in cui il mito, la leggenda e la storia si intrecciano segretando la verità su questo passaggio nella collina.
L'odierna Via dei Tribunali corrisponde al decumano maggiore di epoca greca e romana.
Una delle arterie principali dell'urbanistica antica ed ancora oggi una delle strade più importanti del centro storico della città. Cuore pulsante della vita culturale e commerciale dell'antichità, il decumano comincia dall'area delimitata da Port'Alba e piazza Bellini con le antiche mura greche ancora oggi visibili e attraversando una serie di luoghi e punti di interesse storico e turistico arriva fino a castel Capuano che Don Pedro di Toledo, viceré spagnolo, istituì come sede del tribunale cittadino. Da qui l'attuale nome della strada.
È la strada in cui sorge il complesso di san Pietro a Majella sede del conservatorio per gli studi superiori di musica che vanta eccellenti nomi tra i suoi allievi e direttori da Vincenzo Bellini a Cilea, da Donizetti a Leoncavallo fino al celebre Carosone.
Nella parte centrale del decumano sorge piazza San Gaetano in un'area che fu sede dell'agorà greca prima e del foro romano poi. Gli scavi della chiesa di San Lorenzo proprio in questa piazza hanno portato alla luce gli antichi resti della Neapolis greca ed è sempre qui, adiacente alla piazza stessa, che si trova l'ingresso alla "Napoli Sotterranea", un misterioso percorso nell'intricata rete di cunicoli presenti nel sottosuolo della città che sono stati antichi cimiteri, acquedotti o vie di fuga, e che sono ancora oggi visitabili. L’Acquedotto Augusteo è senza dubbio l’opera più importante costruita dai Romani in Campania. Acquedotto sotteraneo risalente all’epoca greca su cui i Romani, in epoca Augustea, costruirono varie gallerie: Grotta di Cocceio e Grotta di Seiano. Durante la Seconda Guerra Mondiale il sottosuolo fu utilizzato come rifugio antiaereo.
Proprio su via dei tribunali comincia, per poi terminare su Spaccanapoli, la celebre via San Gregorio Armeno famosa nel mondo per l'arte presepiale napoletana che in questa strada vede esposizione e vendita di eccellenti statuette sacre, presepi e decorazioni natalizie.
In via dei tribunali si possono trovare alcune tra le più antiche e migliori trattorie della città (trattoria La Campagnola) e si può considerare senza dubbio questa "La strada della Pizza" con le migliori pizzerie del centro storico e di Napoli come Sorbillo o Di Matteo che proprio qui tra via dei Tribunali e Forcella continuano con successo la loro attività.
È il luogo dove tutto ebbe inizio.
Da qui parte e comincia la storia di Parthenope, primo insediamento umano dell'area in cui oggi sorge la città di Napoli, nel territorio compreso tra la collina omonima, la collina di Pizzofalcone, e l'isolotto di Megaride.
Da qui partirono quelli che più tardi, ai piedi di questa collina, fondarono la città nuova, Neapolis.
Il luogo deve il suo nome, Pizzofalcone, alle volontà del re Carlo D'Angiò che qui vide il posto perfetto per la caccia al falcone alla metà del Duecento.
Sede prima della reale falconeria e poi di altri edifici militari o di rilevamento topografico in epoca borbonica, è in quest'area che ancora oggi possiamo ammirare palazzi monumentali di grande bellezza e importanza: Palazzo Serra di Cassano che lega il suo nome alle vicende della rivoluzione napoletana del 1799; la scuola militare “Nunziatella”che è uno dei più antichi istituti di formazione militare del mondo; l'antico borgo del Pallonetto di Santa Lucia; villa Ebe, opera del geniale Lamont Young che qui trascorse i suoi ultimi giorni prima di togliersi la vita. La leggenda racconta che lo spirito dell'artista architetto ancora abiti le stanze del castello.
Percorrendo le strade di quest'area si può godere di panorami meravigliosi sul golfo di Napoli e di caratteristiche passeggiate che dalla collina portano dolcemente verso il mare attraverso le rampe Lamont Young da un lato o, dal lato opposto, verso la maestosa piazza del Plebiscito.
Il cratere degli Astroni è tra i più grandi di tutti quelli presenti nell'area dei campi flegrei, uno dei super-vulcani del nostro pianeta (tra gli altri possiamo ricordare il celebre Yellowstone).
La riserva naturale che oggi si estende intorno a questo cratere molto ben conservato è gestita dal WWF e offre sentieri naturali e percorsi per l'osservazione della fauna locale.
Il parco che fu in epoca borbonica una riserva reale di caccia, si offre come incantevole passeggiata nella macchia mediterranea in prossimità del cratere o in ameni boschi più distanti dal cratere stesso. La fauna locale è costituita essenzialmente da uccelli, rapaci (gheppio, falco pellegrino, civetta, il barbagianni), e da animali come la volpe, il ghiro, la donnola ed il riccio.
Nelle parti più basse del cratere si sono generati tre piccoli laghi con la tipica vegetazione lacustre a fare da cornice.
È un'ottimo modo, per i napoletani, di trascorrere delle ore di pausa dal caos cittadino facendo un'escursione in questa oasi poco distante dal centro in cui è presente inoltre un polo di educazione ambientale, importante per la formazione e l'informazione sulle tematiche ambientali.
Questo antico quartiere è posto ai piedi della collina di Capodimonte.
La valle su cui sorge il Rione Sanità era utilizzata come luogo di sepoltura in epoca greco- romana e sono ancora oggi visibili ipogei e catacombe, senza dimenticare il celebre Cimitero Delle Fontanelle utilizzato in principio per la sepoltura dei morti della catastrofica grande peste del 1656 e successivamente come sepoltura comune per le anime dei ceti meno abbienti.
Il quartiere deve il suo nome alla salubritas, la sanità, per l'abbondanza di natura incontaminata che lo caratterizzava e, non meno importante, alla salubritas legata al sovrannaturale e alla dimensione spirituale per le miracolose guarigioni opera e responsabilità delle catacombe e dei morti. In quest'area sorgono due antichi palazzi monumentali, Palazzo Sanfelice e il Palazzo dello Spagnolo, a testimonianza del fatto che l'area fu poi destinata alle residenze nobiliari ma è, ad oggi, diventata una delle zone più popolari della città.
La sua vocazione popolare rende il luogo ricco di folclore, mercati rionali, antiche trattorie e pizzerie, come la storica Pizzeria Concettina ai tre Santi.
Ci sono molte storie e leggende che gravitano attorno all'antico cimitero delle fontanelle. Il cimitero fu adibito ad area di sepoltura per i corpi dei cittadini più poveri ed era usanza popolare prendere in adozione i teschi presenti nell'ipogeo e pregare le anime abbandonate per chiedere protezione e miracoli. I teschi erano considerati dal popolo un mezzo di comunicazione con il mondo dei morti.
Una delle leggende, la più famosa forse, riguarda la fanciulla, la sposa, che pregava con devozione il teschio del capitano, un teschio che si diceva fosse appartenuto ad un giovane ufficiale. Il marito della donna, ingelosito dalle tante ore che questa usava passare in preghiera col teschio del graduato, si prese gioco di quest'ultimo infilzandolo in un occhio e invitandolo per scherzo alle nozze che presto avrebbe celebrato con la sua sposa. Si racconta che quel giorno, alla festa di matrimonio dei due, uno scheletro in divisa si presentò invitato alle nozze come da richiesta del geloso marito e i due sposi perirono sotto i colpi della spada dello scheletro del capitano.
Fu questa l'area cittadina destinata nel XVI secolo ad ospitare le guarnigioni militari spagnole sia che esse fossero di passaggio verso luoghi di conflitto sia che costituissero le truppe di controllo della vita cittadina essendo la città dominio spagnolo. La continua ricerca di divertimenti dei soldati spagnoli rese questo quartiere fin dalla sua nascita un luogo malfamato e ricco di tentazioni e lo ha portato nei secoli a divenire area di grandi disagi sociali.
Oggi questo quartiere è forse quello di maggiore rilevanza turistica e si offre come vero esempio del folclore e dello stile di vita napoletano. Il carattere tipico dell'urbanistica del luogo con stretti vicoli, i “bassi napoletani”, le piccole botteghe, le antiche chiese e i monumenti disseminati nell'intricato dedalo di strade dei quartieri spagnoli hanno reso questa zona un'irrinunciabile passeggiata turistica. La conformazione geografica cittadina vede quest'area posta tra via Toledo e la parte collinare della città ed è possibile percorrendo le sue strade giungere fino alla collina del Vomero e al Castel Sant'Elmo che, imponente, domina la città dall'alto.
La stazione Metro di Toledo che qui conduce è stata dichiarata dal The Daily Telegraph la stazione metropolitana più bella d'Europa e premiata come Public Building of the Year nel 2013 nonché insignita dell'oscar per le opere sotterranee nel 2015. Gli scavi di costruzione di questa stazione hanno riportato alla luce resti e reperti risalenti all'età del ferro dimostrando quanto antichi siano i primi insediamenti umani nell'area.
Ad oggi i Quartieri Spagnoli offrono non solo uno spaccato di vera vita napoletana, con i volti della gente che a tutte le ore del giorno si possono incrociare in queste vie, il vociare continuo che è il respiro di queste strade, le canzoni che a gran volume escono dalle finestre e dai “bassi”, ma grazie alla miriade di ristoranti e trattorie tipiche di queste strade, danno sicuramente anche un assaggio della vera e gustosissima cucina tipica napoletana e, come nel caso della trattoria Nennella, della perfetta fusione tra cucina e folclore locale tipico di quest’area.
Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo. (Stendhal).
Il Duomo di Napoli ingloba tre edifici sacri che sorgevano autonomi rispetto alla cattedrale. La basilica di santa Restituita che custodisce il battistero più antico dell'occidente, il battistero di san Giovanni in fonte, e infine la cappella del tesoro di san Gennaro, il santo patrono della città. È in questa importante chiesa che tre volte l'anno avviene il miracolo dello scioglimento del sangue del santo patrono. In questa sede è infatti custodita la sacra reliquia che compie il miracolo davanti ai fedeli che numerosi accorrono per devozione e tradizione ad assistere al prodigio che è foriero di buoni auspici per la città.
Dal 1389 in poi e per tre volte l'anno, il 19 settembre, il 16 dicembre e il sabato precedente la prima domenica di maggio, avviene il miracolo della liquefazione del sangue caro alla tradizione popolare. Il sangue del santo, custodito in un ampolla, viene mostrato ai fedeli che ne constatano la liquefazione e dunque il miracolo prodigioso. La mancata liquefazione del sangue, il miracolo mancato, è considerato presagio di eventi catastrofici. Storicamente sono documentati episodi in cui il miracolo non si è compiuto o si è compiuto solo parzialmente, e furono quelli, anni in cui vennero registrati eventi funesti per la città. La peste e l'assedio del 1527, le epidemie di colera del 1835 e del 1973 o il catastrofico terremoto del 1980 sono alcuni esempi di come il popolo associ al mancato miracolo eventi negativi per la città e testimoniano dunque l'importanza per il credo popolare dell'evento miracoloso e del suo corretto svolgimento. Il santo ha ritardato il miracolo anche in concomitanza di eventi quali lo scoppio della seconda guerra mondiale e l'occupazione nazista della città.
È il Duomo dunque che custodisce forse la più importante reliquia, il mistero più grande, l'oggetto sacro più significativo per la devozione e la superstizione popolare.
L'imponente Castel Nuovo che sorge nell'odierna piazza municipio è uno dei castelli di maggiore importanza della storia napoletana. Sconfitti gli Svevi, Carlo D'angiò volle la capitale del suo regno a Napoli e ai due antichi castelli, Castel dell'ovo e Castel Capuano, volle aggiungere il Nuovo Castello come fortezza e grandiosa reggia per i reali.
Il castello fu edificato in posizione strategica, in prossimità del mare e costruito in soli tre anni.
Fu questa la sede della celebre abdicazione di papa Celestino V, il “Gran Rifiuto” dantesco, e tra le sue mura vennero ospitati personaggi illustri come Petrarca e Boccaccio, e a Giotto, che a lungo dimorò presso la corte angioina, fu affidata la cappella di Santa Barbara.
Anche la chiacchierata regina Giovanna, dipinta come dedita alla lussuria, al vizio, e come sanguinaria regina, ebbe qui la sua residenza e si racconta che per disfarsi dei suoi amanti ed evitare pettegolezzi li facesse sparire con l'ausilio di una botola all'interno del castello: soddisfatte le sue voglie la regina utilizzava la botola segreta per gettarvici gli amanti e farli divorare dai coccodrilli importati dall'africa per questo sanguinario scopo.
Un altro evento di grande importanza nella storia della città si compì proprio tra le mura di Castel Nuovo e si tratta della proclamazione nel 1799 della Repubblica Napoletana al termine della rivoluzione che la città visse sulla scia delle vicende parigine e delle nuove idee ben accolte dagli intellettuali locali.
Molte sono state le ristrutturazioni nel corso della storia e oggi è presente ben poco dell'originaria fortezza angioina. Ad oggi il castello ha un percorso museale e ospita numerosi ed importanti opere di artisti come Battistello Caracciolo, Luca Giordano, Francesco Solimena, Mattia Preti, e dispone di molte eleganti sale in cui si svolgono mostre ed attività culturali senza dimenticare lo splendido cortile esterno che è sede di concerti specialmente d'estate.
In pieno centro cittadino sorge l'orto botanico di Napoli, una struttura che occupa con i suoi giardini ben dodici ettari e ospita più di 9000 specie vegetali.
Oggi sede della facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell'università Federico II, fu costruito all'inizio del diciannovesimo secolo per decreto di Giuseppe Bonaparte e alla sua apertura divenne un polo di ricerca e didattica di grande importanza grazie alla coltivazione di piante di interesse medico e scientifico e all'importazione di alcune specie esotiche.
Durante la seconda guerra mondiale fu destinato ad ospitare la popolazione in fuga e parti dell'orto furono utilizzate per la coltivazione di beni di prima necessità. Successivamente le strutture danneggiate furono ristrutturate e l'orto riprese la sua attività che ancora oggi continua.
È possibile visitare quest'incantevole oasi in centro città prenotando una visita guidata, in particolari occasioni invece l'orto botanico apre al pubblico per eventi (concerti, rappresentazioni) o fiere dedicate alla botanica. Sono eventi molto frequentati dai napoletani che specie d'estate possono approfittarne per vivere una giornata speciale in questi incantevoli giardini.
Catstrum Ovi è il castello più antico di Napoli.
L'attuale architettura della fortezza è il risultato di molte ricostruzioni e modifiche apportate nel corso della storia, dalla sua costruzione fino ai periodi angioino e aragonese, periodi in cui le ricostruzioni ne modificarono l'aspetto normanno fino a giungere alla sua forma odierna. Proprio sul mare del golfo e per l'esattezza sull'isolotto di Megaride, una propaggine naturale dell'adiacente monte Echia, si erge magnifico il castello, nel luogo che fu sede della villa di Licinio Lucullo e successivamente di un monastero, poi raso al suolo per evitare che i saraceni lo utilizzassero come forte per l'invasione della città.
Con l'arrivo dei normanni si cominciarono le fortificazioni della struttura che divenne lentamente baluardo in mezzo al mare per i regnanti, sede del tesoro degli angioini, avamposto e luogo meglio fortificato da cui sventolavano i vessilli reali. Fu sede reale e prigione per la regina Giovanna, la regina angioina a cui sono legate innumerevoli storie e leggende sui suoi generosi appetiti sessuali, i suoi molti amanti perlopiù sedotti e dopo uccisi, sul suo fantasma che ancora oggi abiterebbe le stanze di tanti castelli e antichi palazzi della città e dell'intera regione.
Il nome del castello è legato ad un'antica credenza secondo cui Virgilio, poeta che era considerato anche mago durante il medioevo, avrebbe posto un uovo nelle segrete dell'edificio la cui integrità era necessaria per l'integrità del castello stesso.
La rottura dell'uovo sarebbe stata non solo causa del crollo della fortezza ma foriera di cattivi auspici per l'intera città.
Se Napoli è un museo a cielo aperto, i suoi dintorni non sono da meno con luoghi storici che affondano le radici in epoche antiche.
- Pompei e gli scavi
- Capua antica
- S.Maria Capua Vetere
- Ercolano e la Villa dei Papiri
- Parco Archeologico di Cuma
- Acropoli e la collina meridionale (Cuma)
- Terrazza e Tempio di Apollo (Cuma)
- Il Tempio di Giove (Cuma)
- L’Antro della Sibilla (Cuma)
- La Crypta Romana (Cuma)
- Il Porto di Cuma (Cuma)
- Il Foro e le terme (Cuma)
- Il Tempio con il Portico (Cuma)
- Le Terme Centrali (Cuma)
- L’Anfiteatro (Cuma)
- Le Mura Meridionali (Cuma)
- L’Arco Felice (Cuma)
- Il Capitolium e le Necropolis (Cuma)
Il Circolo Golf Napoli (https://www.golfnapoli.it/) è ospitato dalla Marina Militare americana all’interno del Carney Park Golf Course.
Carney Park è una struttura ricreativa militare degli Stati Uniti situata nel vulcano spento Campiglione, nella zona dei Campi Flegrei. Il sito di 93 acri si trova a circa 23 km ad ovest di Napoli. Prende il nome dall’ Ammiraglio Robert B. Carney che ha servito come capo delle operazioni navali durante l’amministrazione Eisenhower.
Il Carney Park Golf Course è un campo da golf unico al mondo. È stato descritto come un’ oasi di verde di 40 ettari. È un percorso a 9 buche con doppi tee box, adatto sia a giocatori di buon livello che a principianti e juniores.
L’accesso al campo è consentito esclusivamente ai militari americani e ai Soci del Golf Napoli. In alcune circostanze particolari, possono accedere anche i visitatori.
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Il Parco Sommerso di Gaiola (area marina protetta) è la zona privilegiata per l'accompagnamento di turisti soprattutto stranieri che vogliono godere dal mare delle bellezze della nostra costa.
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L’associazione Insolitaguida è un’associazione culturale che ha come scopo la promozione dell’arte e cultura Napoletana. Insolita Guida ha preparato itinerari “sfiziosi” tra i vicoli di Napoli per far conoscere la Napoli delle cartoline con le sue piazze, i suoi monumenti, la sua architettura, contornato da aneddoti popolari, tradizioni e folklore che nessuna guida osa raccontare!
Perché l’arte di
Napoli è negli edifici pubblici e privati, dalle chiese ai palazzi.
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ad avere un lato artistico e culturale non trascurano l’aspetto più terreno:
gli usi, le tradizioni, i miti e le leggende.
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